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OGGI PRESENTIAMO...

BASKET CITTADELLA vs VIRTUS LIDO VENEZIA

10/03/2019

BASKET CITTADELLA – VIRTUS LIDO ABITARE VENEZIA 89-76

VIRTU LIDO ABITARE VENEZIA : Parisatti 6, Ragazzi 11, Mazzarolo 6, Ndoye 16, Saoner 9, Fontanella 12, Frison 16,Lucchese.
Allenatore A. Ragazzi, aiuto Angelo Mazzarolo.
CITTADELLA: Beda 15, Peroni, Corredig 8, Tosetto 4, Sorgente 14, Gasparin 17, Zamuner 2, Trento 11, Salvato 14, Lorenzin 3 Pavanello 1.
Allenatore Corazza.
Arbitri: Regnato e Zanetti.
Parziali: 21-17; 47-40; 67-55; 89-76.
Tiri liberi: Cittadella 23/32; Virtus Lido 14/23.

Domenica scorso ho seguito la carovana lidense in trasferta a Cittadella.
In verità si è trattato di una sparuta carovana in quanto siamo riusciti a presentarci in campo con solo 8 giocatori. Per carità non è la prima volta che ci succede ed in altre occasioni siamo anche riusciti a fare bottino pieno, ma a Cittadella questa impresa non è riuscita.
Nonostante questa situazione che definire inusuale è un eufemismo, fino all’intervallo lungo abbiamo tenuto testa ad una squadra che aveva assoluto bisogno di vincere; nei primi due quarti la coppia arbitrale è stata sufficientemente incisiva e  questo ha particolarmente indispettito il pubblico di casa che si è accanito in modo particolare con la “arbitra” che in effetti era stata un po’ distratta.
Dopodichè nel terzo e quarto quarto si è brillantemente ripresa assegnando ai nostri ragazzi,ed alla fine della gara sono stati ben 7,  tecnici a volontà.
Ora io capisco che quando manca la benzina la macchina non corre, ma il comportamento della coppia arbitrale mi ha fatto capire che, forse, la benzina mancava anche a loro come a noi.
In ogni caso abbiamo cercato di fare per intero il nostro dovere, ma credo che quello che è successo a fine gara debba essere riportato in maniera fedele e non di parte perché, a mio avviso, stiamo perdendo il senso della misura, della educazione e del rispetto.
Riporto in maniera asettica, senza alcuna aggiunta:
“ A fine gara un giocatore della Piovese si è avvicinato alla nostra panchina e ha definito uno dei nostri giocatori come un giocatore di merda. Io ho ripreso questo, chiamiamolo giocatore,  che si subito ritirato tra i suoi compagni. Purtroppo il nostro giocatore oggetto dell’epiteto non gradendo questo comportamento ha cercato di raggiungere il giocatore del Cittadelle trattenuto da un nostro dirigente; a questo punto nella discussione si è inserito un omone grande e grosso che ha cercato di respingere il nostro giocatore. Io ho avuto la brillante idea di infilarmi tra l’omone ed un nostro dirigente che  stavano venendo alle mani, rischiando anche un pugno in faccia ed a fatica sono riuscito a calmare gli animi.
Patetico a questo punto l’intervento degli arbitri che forse avevano un senso di colpa per quello che stava succedendo.
Quando abbiamo lasciato il palazzetto di Cittadella, guidando tranquillamente il pulmino della Società, una volta tanto non eravamo in ritardo,  ho potuto riflettere a lungo su tutta la trasferta.
Partire in pochi per assenze motivate da impegni imprevisti di lavoro, ci sta.
Giocare contro avversari che a questo punto potremmo definire nemici e non amici di gioco, comincia a starci un po’ meno.
Essere insultati a fine gara non trova giustificazione.
Assistere in prima persona ad episodi di violenza fisica, no a questo no.
Purtroppo questa non è più pallacanestro, non è la pallacanestro per la quale sono disposto a sacrificare le mie energie e il mio tempo libero.
Sono stato e lo sono tutt’ora pervaso da un senso di disgusto, di tale entità, che iniziano a venire meno le mie energie da dedicare al basket.
Forse perché ci sono cose molto più importanti da fare che non correre dietro ad un pallone che si sta sgonfiando.
 

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